Immigrati ospitano italiani a cena, l’idea lanciata dall’associazione Acuaba piace da Nord a Sud

L'integrazione tra italiani e immigrati? Si fa a tavola, gustando tutti insieme i piatti tipici di altre culture. Così, tra una portata e l'altra, si abbattono barriere e pregiudizi, si stringono amicizie e sodalizi. E' questa l'idea che è alla base di "A tavola con noi", l'originalissima iniziativa promossa da Joseph Sassou, 43 anni, presidente di Acuaba, l'Associazione delle comunità unite africane sotto il Baobab che ha come obiettivo quello di promuovere l'inserimento socioculturale della popolazione immigrata in Italia. Con "A Tavola con noi", Joseph ha lanciato un appello, attraverso i canali social e web dell'associazione, a tutti gli immigrati che vivono in Italia ad aprire le porte di casa per invitare gli italiani, sconosciuti ma anche conosciuti, a pranzo o a cena a casa loro.

 

"Ora siamo noi immigrati ad aprire le nostre case agli italiani"

"In Italia ultimamente si respira un'aria pesante", spiega Joseph, che 18 anni fa si è trasferito dal Togo nel Belpaese, stabilendosi prima a Milano e poi a Monza, dove vive con la moglie italiana e i loro due figli, "C'è bisogno di buone azioni. E siccome, di solito, nel periodo natalizio tanti italiani, tramite le parrocchie, invitano a pranzo gli immigrati che sono in difficoltà, ho pensato che fosse giunto il momento di ribaltare le posizioni e fare il contrario. Con "A tavola con noi" siamo noi immigrati di origine che riceviamo a casa nostra, a pranzo o a cena, italiani che hanno voglia di assaggiare le nostre prelibatezze. L'obiettivo è farci conoscere attraverso i nostri piatti tipici. Mia nonna mi diceva che quando arriva la luce, non è che il buio sparisce, ma è la luce che illumina. E solo con buone azioni di questo tipo riusciremo a scacciare l'oscurità dell'ignoranza".  

Boom di adesioni, da Milano fino a Lecce

E all'appello di Acuaba hanno già risposto in tanti. Per ora sono 26 le famiglie che hanno aderito: sia immigrati che hanno dato la loro disponibilità a cucinare le loro pietanze per gli eventuali ospiti, sia italiani curiosi di provare un'esperienza così particolare. Le richieste di partecipazione sono arrivate da tutta Italia: in primis da Milano, dove si trova la sede di Acuaba, e poi da Monza, Varese, Busto Arsizio, Lecce, Verona, Roma, Casale Monferrato, Torino, Savona, Trieste. 

E' un'occasione unica per scoprire nuove culture

Insomma si stratta di un’occasione divertente per gli autoctoni di scoprire, tra una portata e l'altra, chi sono veramente gli uomini e le donne che arrivano da lontano e per scoprire le loro culture. Perché solo la conoscenza reciproca ci rende più umani. 
«Quando si va in un paese bisogna imparare a camminare come la persone del posto. Solo dopo poi si può proporre anche il nostro modo di camminare», aggiunge Joseph che, anche nel suo lavoro è riuscito a ribaltare gli stereotipi: "Faccio il mediatore interculturale e il life coach: aiuto gli italiani a cambiare vita e a raggiungere obiettivi che sembrano impossibili. Se ci sono riuscito io, che appena arrivato in Italia dormivo in stazione...".

Per iscriversi c'è tempo fino a fine novembre

Aderire all'iniziativa è facile: padroni di casa e ospiti dovranno compilare la scheda di partecipazione scaricabile dal sito www.acuaba.org, e inviarla via mail con un documento di identità. Sarà poi lo staff di Acuaba a incrociare domanda e offerta. "Stiamo ancora raccogliendo le adesioni, che termineranno a fine novembre. E poi finalmente a dicembre tutti a tavola!". 

F. S.